Un importante dibattito, con la partecipazione di insegnanti, medici, pedagogisti provenienti da tutta Italia,si è svolto nel salone del Palazzo della Sanità, su un problema oggi molto dibattuto in città, ma anche a livello nazionale: che tipo di insegnamento dare ai ragazzi "sordomuti"... Due sono le posizioni espresse: fare in modo che il ragazzo frequenti le lezioni in scuole specializzate in grado di offrirgli un aiuto specifico e completo oppure inserirlo il classi normali dove , per molti aspetti, possono venir meno quei benefici che gli istituti specializzati offrono? Come si diceva il problema è oggi dibattuto a livello nazionale e dal convegno ci si aspettava una (possibile) risposta o uno stimolo per gli operatori e per gli insegnanti. A Bergamo, da alcuni anni, opera l’istituto di Torre Boldone che è una scuola di avanguardia in questo settore: il personale docente è molto preparato, mentre nella scuola pubblica (non solo a Bergamo) gli insegnanti hanno difficoltà ad operare anche perché c’è carenza di adeguati strumenti didattici, ed anche impreparazione. Queste situazioni spesso aumentano il disagio dei bambini, compromettendone l’inserimento. Nell’istituto di Torre Boldone ci sono 80 alunni con 11 insegnanti preparate a livello universitario che dispongono di attrezzature di primo ordine ed i risultati sono eccellenti: molti di loro, oggi, occupano posti di lavoro equivalenti a quelli delle persone normali. Se questo giudizio vale per la situazione bergamasca, più o meno vale anche per le altre istituzioni specializzate, non molte in verità, sparse in Italia. In coincidenza con il convegno si è svolto un corteo che dalla stazione è sfilato sino in via Torquato Tasso: ragazzi e genitori hanno chiesto al Presidente dalla Provincia che l’Istituto rimanga a Torre Boldone, continui a funzionare e che i loro figli possano continuare a frequentarlo.
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